Un anno fa, abbiamo parlato piuttosto bene di Street Fighter V, considerando ciò che offriva, gli obiettivi che si poneva, il tipo di esperienza messo a disposizione degli appassionati. Era tuttavia un prodotto evidentemente incompleto, sviluppato in tutta fretta per permettere al picchiaduro di essere ascritto tra i titoli che avrebbero preso parte all’EVO, una delle manifestazioni più note e seguite dai fan degli e-sports.

Il publisher nipponico, tuttavia, aveva architettato un gameplay sufficientemente raffinato da convincere gli hardcore gamer, interessati quasi esclusivamente al versus sia off, che online. La modalità Storia scricchiolava e, purtroppo, non c’erano grosse attrattive per il giocatore singolo, né per il neofita desideroso di interfacciarsi con un prodotto che, tuttavia, spiccava soprattutto per l’immediatezza con cui era possibile apprendere le basi del combattimento.

Pur strizzando l’occhio ad utenti navigati e non in egual misura, Street Fighter V era, di fatto, un...