Non c’è alcun dubbio che Geoff Keighley abbia fatto centro con l’edizione digitale e a distanza dei The Game Awards 2020, show andato in onda nella notte tra il 10 e l’11 dicembre, autentica versione in salsa videoludica degli Oscar, che ha riunito per l’occasione addetti ai lavori provenienti da ogni parte del mondo. L’evento, durato più di tre ore e mezza, ha proposto lo stesso format che nel corso degli anni abbiamo imparato ad amare e a riconoscere, scaletta che tuttavia in questo sfortunato eppur particolare 2020 ha palesato qualche limite strutturale, ideologico e filosofico, di troppo, un autentico anacronismo che diventa sempre più evidente anno dopo anno.
Il concept di fondo non è sbagliato, beninteso, e, soprattutto, allo stato attuale è pressocché immodificabile e irrinunciabile. Nato dagli sforzi e dalla creatività del solo Geoff, il brand dei Game Awards deve reggersi s...
Lo show offerto dai The Game Awards è sembrata l’ennesima occasione mancata per fare il punto su un medium che sta cercando di darsi un tono
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