Con il minimo sforzo possibile Cake vuole collocare sé stesso a tutti i costi nella casella dei film indipendenti e molto sensibili, profondi e capaci di raccontare la realtà con un tono disincantato eppure partecipe.

In realtà è un mero veicolo per Jennifer Aniston e la sua immagine bisognosa di film più seri, cinema indie foraggiato da una star per i propri fini (sia economicamente, è produttrice esecutiva, che a livello di marketing, sul cartellone c’è solo la sua faccia), cinema indie su commissione personale. È evidente da quanto Cake si proponga di non creare niente ma ricalcare tutto sui modelli di già provato successo del genere che affronta. Ha una protagonista “danneggiata” piena di manie divertenti e buffi tic, ha una storia dura e tragica affrontata con un piglio divertito, una serie di personaggi di contorno molto reali da vera America, delle minoranze e uno spirito tutto sommato solare, ottimista nei riguardi dell’esser vivi e non conformati al mod...