Fa onestamente paura la disinvoltura con la quale Xavier Dolan mette sullo schermo film che non somigliano a niente altro visto in precedenza. Non è solo una questione di stile personale (che hanno in molti) o di idee accattivanti (come quella dello schermo in verticale di Mommy), quanto delle capacità di raccontare una storia, in questo caso anche non sua ma presa da un’opera teatrale, senza obbedire alle regole della narrazione che conosciamo ma scrivendone di sue e così esaltando ogni reparto del filmmaking, dalla fotografia alla recitazione, come se tutti si trovassero a fare film per la prima volta nella loro vita. Anche solo questo lo rende, oggi, il cineasta più importante del mondo per come incrocia capacità di evolvere il linguaggio filmico con la vicinanza al pubblico.
È Solo La Fine Del Mondo dovrebbe raccontare di uno scrittore famoso di 35 anni che torna a casa, si capisce dopo una lunga assenza che è coincisa con un lungo silenzio, per annunciare a madre, sorella minore e...