Mad Max: Fury Road
di George Miller
14 maggio 2015
La violenza, la velocità, la furia e l’azione che nel cinema più commerciale sono sinonimo di vitalità e gioia di esistere, in Mad Max: Fury Road (che commerciale lo è al cubo) diventano invece strani parenti di un istinto di morte e una prossimità con l’annichilimento solari e positivi.
La stessa esaltazione che nei migliori film d’azione contamina il delirio esplosivo e cinetico delle sequenze a perdifiato, George Miller la dilata lungo 2 ore, fino a diventare sinonimo di disperazione, desolazione e annullamento umano. L’azione non come scelta risolutiva o potenza carismatica, ma come condanna.
Contrariamente a quanto siamo abituati in questo sensazionale film che pare girato tutto d’un fiato in una ripresa e un giorno soli (tanto acchiappa lo spettatore come un cavo riavvolto ad alta velocità), la forza visiva e l’intensa azione sono usate non per affermare una gioia quanto per disperarsi della perdita. Si tratta forse del colpo più forte di tutta...
George Miller ha centrato l'impresa impossibile. Mad Max: Fury Road coniuga la celebrazione dell'azione furiosa dall'inizio alla fine al cinema più alto
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