Per 120 Battements par Minute l’equazione che crea l’attivismo è molto chiara: bisogno + civiltà – riconoscimento di diritti. Tutto il film è finalizzato a mostrarla.
Racconta infatti di Act Up Francia, il movimento che negli anni ‘80 lavorava di azioni e irruzioni per sensibilizzare riguardo il problema della diffusione dell’AIDS. Composto quasi unicamente da omosessuali era anche un gruppo che, più in generale, sensibilizzava sui diritti gay passando attraverso il bisogno dell’approvazione di medicinali e nuove cure.
Il film di Robin Campillo mostra il movimento da dentro, si sofferma moltissimo sulle riunioni in cui si discute cosa fare, come farlo e che regole o limiti darsi. Si ricostruiscono alcune azioni per capire se sono andate bene o male e perché, si cerca di non perdere la bussola, ci si confronta, si discute e si migliora.

C’è talmente tanto un eccesso di civiltà e “giustezza” nei personaggi di questo film da essere fastidioso.

Come già in Polisse (altro fil...