Vania forse aveva bisogno della Rag Union, i tre ragazzi che lo attirano facendo del blando parkour e con quel misto di sfruttamento ma anche autentico affetto lo includono in quello che definiscono come un gruppo artistico-rivoluzionario. Progettano tanto ma non fanno niente, si allena un po’ ma all’arrivo della prima ragazza si scompaginano. Non c’è niente di serio nella Rag Union e tutto di sognante, in una casa di campagna (della nonna di Vania) infame che più infame non si può. Tra pioggia, umido, bombe, scarafaggi blu allucinogeni e pesi i 4 si uniscono e separano più volte liberi di essere velleitari.

È difficilissimo fare e concepire un film come Rag Union, uno che come i suoi protagonisti non ha nessun intento serio, nessuna morale se non quella dell’affetto onesto e privo di retorica, nessuna concretezza nei suoi proclami a cui non crede nessuno. I 4 della Rag Union sono più sinceri quando compongono una piramide umana in 4 uno sopra l’altro, di ...