Fin da La peggior settimana della mia vita era evidente che Alessandro Genovesi non fosse il solito regista di commedie. Non sposa il dettame per il quale i film in cui si ride devono mortificare la loro componente visiva per esaltare il comico, non cerca di ripetere pedissequamente i medesimi schemi di comprovato successo ma ci gira intorno quanto più possibile se costretto, altrimenti ne inventa di propri, e infine (come Luca Lucini, un’altra mosca bianca) mira più a raggiungere un mood, una sensazione sospesa tra il favolismo, l’irreale e il teneramente romantico che a portare le singole gag in maniera efficace. Tutti i registi di commedie d’incasso vorrebbero quest’incrocio di caratteristiche ma Genovesi sembra l’unico a volerlo raggiungere sul serio o forse soltanto l’unico dotato delle capacità e della visione giuste per riuscirci.

Ma Che Bella Sorpresa è, fino ad ora, il suo film più audace, quello in cui rompe di più con le solite usanze ma p...