La vera sorpresa di PPZ – Pride and Prejudice and Zombies è quanto dietro un titolo da exploitation, uno cioè pronto per essere sfruttato per la sua capacità attrattiva e non per fare da cappello ad un film che ne espanda le premesse, si nasconda in realtà un film non semplice da girare e scrivere. Siamo quindi molto lontani dalla spietata esca per biglietti che era Snakes on a plain, qui ci sono idee e volontà di raccontare una storia con una voce unica e personale.
La base è l’omonimo libro di Seth Grahame-Smith che a sua volta riscrive il romanzo di Jane Austen cambiandone le premesse, su questa però Burr Steers ha lavorato parecchio per creare qualcosa che fosse anche autonomo. Ed è proprio questo sapore, la mitologia originale creata dal film, che da subito colpisce e in ogni momento tiene in piedi il film. Anche quando magari la storia o lo svolgimento si adagiano sui soliti clichè.

Nell’Inghilterra Vittoriana c’è stata un’apocalisse zombie, tutto è cambiato, i morti cammin...