I protagonisti dei cartoni animati, ovvero i modelli di identificazione, sono spesso un buon metro con cui misurare la serietà con cui vengono approcciati i film. I fisici non ordinari e sformati dei cartoni di Chris Sanders (Lilo & Stitch, I Croods), la menomazione finale di Dragon Trainer e qui un ragazzo con una benda perché il nonno (villain della storia) gli ha levato un occhio e lotta, tra le molte cose, per non farsi levare anche l’altro.

Che bravi allo studio Laika! Non importa che Kubo e la Spada Magica non sia il loro miglior film (Coraline e ParaNorman sono decisamente superiori per creatività, dialoghi e capacità di dare ritmo alle idee originali), nè brilli per rapidità e coinvolgimento, questo cartone riflessivo e intimo, molto sentimentale nonostante l’avventurosità, è capace di mostrare sprazzi di grandezza. Non è nemmeno più la stop motion (contaminata con tanta computer grafica) il loro segreto ma una capacità di montare e immaginare una storia su strutture tutte ...