Il successo di Il principe abusivo ha allargato lo spettro di Alessandro Siani. Se nel primo film era molto concentrato sul napoletano e lo scontro che la parte più bassa e popolare di quella cultura produce contro il massimo dell’istituzionale, l’incursione burina in una favola classica fatta di principesse e castelli, in Si accettano miracoli ha altre ambizioni, perde il riferimento diretto alla favola classica a favore di un tono fiabesco più leggero che pervada tutto il film, tralascia le figure archetipiche o gli svolgimenti già noti per cercare qualcosa un filo più complesso. Così facendo, tuttavia, manca totalmente il bersaglio.

La scelta di non avere un intreccio narrativo che coinvolga i personaggi si rivela alla lunga perdente, sminuisce la comicità di Siani e leva personalità a ogni carattere. Dei tre fratelli protagonisti nessuno ha un’identità chiara e definita che ne agevoli la comicità. Non l’ha lo spietato tagliatore di teste convertito a buon pa...