The Ring 3 è una gigantesca occasione persa.
Il terzo film della serie (americana) si appoggia come era prevedibile all’estetica fondata da Gore Verbinski nel 2002 e così influente da lì in poi (dalla color correction ai paesaggi), ma non solo non riesce a trovare la medesima atmosfera in cui la paura sembra permeare l’aria come fosse umidità, la cosa più grave è che non riesce nemmeno a sfruttare l’ambientazione moderna a suo vantaggio.
Alla fine della grande era delle VHS The Ring metteva in scena la paura delle major cercando di trasferirla agli spettatori. Nessun film come quello rappresentò meglio la lotta ai pirati in un’era pre-internet. Chi copia video di bassissima qualità condanna gli altri a morire, il meccanismo di copiare VHS equivale a trasmettere una maledizione. Questa trovata tra il tecnologico e l’ancestrale, così originale e stranamente accattivante per come attualizzava l’eterna dinamica di trasferire la paura negli oggetti di uso quotidiano, consentiva al film di s...