É un lavoro pazzesco e meritorio quello fatto da Tatti Sanguineti in questo documentario che si presenta come un saggio audiovisivo che fa un uso del materiale di repertorio che andrebbe studiato. Raccontare per bene e con un uso azzeccato dell’immagine cosa sia stato, cosa abbia fatto e in virtù di cosa abbia agito Giulio Andreotti nei riguardi del cinema durante il periodo in cui era sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega alla cultura (1947-1954). Il periodo era cruciale, c’era un’industria intera da far ripartire (a cominciare da Cinecittà, piena di profughi di guerra e totalmente dismessa), il cinema americano da arginare (8.000 pellicole mai uscite stavano per arrivare tutte insieme nelle nostre sale) e interessi di partito da curare (era pur sempre la Democrazia cristiana).

Sanguineti intervista tanto e a lungo Andreotti, si fa raccontare tutto e gli sottopone uno per uno moltissimi dei tagli effettuati dalla commissione censura nel periodo in...