Black Mass - L'Ultimo Gangster
di Scott Cooper
8 ottobre 2015
Quello di Black Mass è un problema di autorialità, uno che si pone molto raramente nel cinema americano, abituato a rifugiarsi (spesso splendidamente) nel genere e nelle necessità commerciali. Perchè il nuovo film di Scott Cooper, come già Il fuoco della vendetta, non vuole essere davvero di genere, non vuole somigliare a nient’altro ma sembra non saper nemmeno cosa essere. La storia vera di Jimmy Bulger poteva essere un ottimo film nello stile di Scorsese (gli anni sono quelli, ’70, ’80 e ’90, il tema del grande mafioso spietato colluso con il clan dell’FBI pure), oppure una storia asciutta e di serie B, tutta intrighi e manipolazioni. Poteva addirittura essere un film di insospettabile umanità, visti i rapporti personali che intavola, o una commedia (incredibile quanto giri vicino ad American Hustle); invece Cooper ne vuole fare una parabola plumbea. Vuole suggerire invece che dire ma alla fine non esce niente.
Lungo tutto il film si assiste alla vita di...
Atteso come l'incrocio tra pubblico e critica, Black Mass rischia di mettere d'accordo tutti al ribasso con la sua determinazione a non fare nessuna scelta
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