C’era un’attesa forse sovradimensionata per il ritorno di Kim Rossi Stuart alla regia dopo l’esordio, 9 anni fa, con Anche Libero Va Bene, film di un rigore, una determinazione e una misura esemplari, da maestro navigato più che da attore esordiente dietro la macchina da presa.
Ora Tommaso mette di nuovo Kim Rossi Stuart nei panni protagonisti e gli fa girare intorno personaggi (soprattutto donne) in una storia di pulsioni sessuali e sottile follia, alla ricerca di un equilibrio sentimentale da parte di una persona che sembra non poterlo trovare, attratto da tutte le donne che vede, incapace di sentirsi legato a quelle con le quali si accompagna.
Già però dalla maniera in cui vengono raccontate le singole avventure, dalla poca precisione con la quale è messo in scena il processo attraverso il quale due esseri umani si legano, si incontrano, si cercano e si mancano (che non somiglia mai alla vita vera, non riesce a risvegliare quell’impressione di verosimiglianza sentimentale che invece...
Perfetto nel guardare le donne ma molto più incerto nel raccontare la sua storia, Tommaso non ha lo stesso passo impeccabile di Anche Libero va Bene
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