Django Unchained, i grandi team di uomini che combattono tutti insieme, la rilettura della società all’insegna del multirazziale e la grande ondata dei remake, sono tutte componenti che confluiscono in I Magnifici 7 di Fuqua, progetto che il regista aveva cullato a lungo e che ora sembra essere il film giusto per il momento giusto. Ma per essere più precisi andrebbe detto che tutto si allinea intorno a Denzel Washington e alla sua presenza carismatica che pare il sasso da cui può essere creata la valanga d’azione che il film desidera essere. Intorno a lui e alla coolness che Fuqua gli costruisce, fatta di inquadrature di taglio, spari iperbolici, centri impossibili e anche l’unico stunt a cavallo di tutto il film. Purtroppo però il nuovo I Magnifici 7 si ferma qui, a un’opera per appassionati di Denzel Washington.
Il cowboy nero vestito di nero (una volta abbigliamento distintivo del villain come insegna Vera Cruz) è lo Yul Brinner di questa versione di I Magnifici Sette che perde per ...
Il film di chiusura del festival di Venezia è il remake di un remake che perde ogni sapore. I Magnifici 7 manca le fondamenta del west e non è mai epico
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