Questa volta Tim Burton gioca in difesa (che sarebbe il minore dei problemi, non è certo l’unico a farlo) e alla storia dell’omonima serie tv andata in onda alla fine degli anni ‘60 sovrappone quella parte molto nota del proprio immaginario di riferimento fatto di guglie, alberi spogli dai rami tetri, pallore e capigliature emo. In questo senso Dark Shadows è un riconoscibile film di Burton (non come Il pianeta delle scimmie o Alice), capace anche di avere dei guizzi di inventiva visiva e trovate di comicità spensierata.

Il vampiro di Johnny Depp oscilla con buone idee tra il dark tipico del regista, i toni emo e le mani allungate e unghiute di Max Schreck (con una tenuta “da giorno” degna dell’outsider per eccellenza dello spettacolo moderno, Micheal Jackson) mentre l’accostamento con il mondo colorato del 1971 è a tratti un contrasto, a tratti un arricchimento.

Il problema semmai è che in Dark Shadows c&rs...