Netflix ha risposto ufficialmente alle richieste della cantante Duffy, spiegando che non rimuoverà il film 365 giorni dalla piattaforma streaming. La cantante inglese si era scagliata contro la pellicola polacca (diventata un fenomeno in tutto il mondo, anche in Italia) spiegando che “valorizza la realtà brutale dello sfruttamento sessuale, del rapimento e dello stupro”. Una petizione lanciata su Change.org chiede quindi che il film tolto dal catalogo.

Attraverso un portavoce, Netflix ha spiegato di non avere commenti per quanto riguarda le critiche al film, ma ha sottolineato di non essere stata coinvolta nella sua realizzazione trattandosi di una produzione polacca uscita nei cinema di vari paesi a febbraio e presente sulla piattaforma su licenza:

Crediamo fermamente nell’importanza di dare ai nostri iscritti in tutto il mondo più scelta e controllo circa la loro esperienza di visione su Netflix. I nostri membri possono scegliere cosa vogliono o non vogliono vedere, inserendo filtri di maturità per ciascun profilo e rimuovendo determinati titoli per proteggere se stessi o gli altri da contenuti che ritengono troppo adulti.

La storia del film polacco, tra i più visti su Netflix nell’ultimo mese, si concentra su un potente boss mafioso che rapisce una donna dandole un anno di tempo per innamorarsi di lui.

Questo non dovrebbe rappresentare intrattenimento o essere descritto e commercializzato come tale” ha scritto Duffy, che recentemente ha rivelato di essere stata in passato drogata, rapita e violentata, nella sua lettera. “Non riesco a immaginare come abbia fatto Netflix a non rendersi conto di quanto sia negligente, insensibile e pericoloso. Ha addirittura spinto alcune giovani donne, di recente, a chiedere per scherzo a Michele Morrone, il protagonista, di rapirle”.

 

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