Il 13 agosto arriverà su Amazon Prime Video, in contemporanea mondiale (ad eccezione del Giappone, dove è già uscito in sala) Evangelion:3.0+1.01 THRICE UPON A TIME, capitolo conclusivo della tetralogia moderna di Neon Genesis Evangelion, sorta di remake della serie animata classica. Di cosa sia effettivamente Evangelion e quali siano i suoi aspetti più salienti ve ne abbiamo parlato nel primo dei nostri speciali volti a prepararvi al debutto del nuovo film: questa volta vogliamo presentarvi dieci punti salienti che mettono in luce perché è il caso che recuperiate questa serie, se ancora non la conoscete.

È un pilastro della cultura pop giapponese

Se la vostra conoscenza di anime e manga si limita ai cartoon più classici e mainstream e volete fare un “salto di qualità” recuperare adesso Neon Genesis Evangelion è un po’ come riscoprire Twin Peaks dopo anni di serie The CW. Si tratta di un’opera che, per quanto resti d’intrattenimento, è autoriale e significativa, avendo apportato anche un notevole contributo al genere e al medium tutto, quantomeno nel Paese d’origine. Andando, inevitabilmente, a occupare un posto importante nella cultura pop locale, diventando iconico e stimolando il suo pubblico.

Per altri speciali come questo, abbonati a BadTaste+

Scompone il genere d’appartenenza e lo trasforma

Avete presente i grandi chef che hanno l’ardire di prendere i piatti della tradizione e presentarli in maniera “scomposta” rendendoli quasi irriconoscibili ma (solitamente) buonissimi? Ecco, Hideaki Anno ha fatto questo con Eva e il genere mecha. La narrazione non parla più solo di guerra e forza di volontà, spirito di sacrificio e abnegazione alla causa, amore cieco e odio profondo: qui parliamo di esistenzialismo, scandagliando alti e bassi della condizione umana e di quel che ci rende tali, pur presentando comunque una patina fatta di ragazzini piloti di robottoni, mostri grotteschi, violenza visiva seriamente inquietante e una discreta quantità di “service” ovvero di strizzate d’occhio alla cultura otaku, frame “sexy” compresi. Che poi questa patina venga letteralmente scardinata con un magistrale piede di porco da Anno stesso negli ultimi due episodi è la rappresentazione di un atto di rottura epocale e coraggiosissimo. Il sale sulla ferita brucia, ma è il vero colpo all’occhiello di una autorialità che può scendere a compromessi col budget, ma non col messaggio che vuole comunicare.

Fa quel che dovrebbe fare ogni show degno di nota: appassiona e lascia qualcosa

Accorrete per lo spettacolo, restate per l’emozione. Eva è senza dubbio un anime appassionante, ma non solo per via dei personaggi accattivanti e i combattimenti mozzafiato. Se rimarrete incollati alla poltrona e, soprattutto, rimuginerete sul significato profondo di certe scene o dialoghi, sarà grazie alla profondità degli stessi, che probabilmente allargherà anche la vostra visione del mondo.

Per altri speciali come questo, abbonati a BadTaste+

Non è una serie da binge-watching, quanto da visione ripetuta

Stiamo parlando di una serie tv “d’altri tempi”. Qualcosa fatto per far parlare di sé tramite le teorie dei fan di settimana in settimana, qualcosa che si rivede più volte in cerca del significato nascosto o della conferma alla nostra teoria. E questo, in tempi di binge-watching in cui molte serie non sono altro che lunghissimi film da divorare tutto d’un fiato, è qualcosa sicuramente da riscoprire.

Non è un anime “sciocco”… anzi

Sappiate che Eva non è una visione leggera. È vero, si può vedere a più livelli di comprensione del significato, ma restare in superficie potrebbe lasciarvi una strana sensazione di esservi effettivamente persi qualcosa di importante. Come già detto e ribadito, Eva colpisce a profondità diverse a seconda di quanto glielo “permettete” e a seconda della vostra sensibilità: i conflitti interpersonali e le riflessioni introspettive sono molto, molto importanti nell’economia della trama, per non dire che sono quello che la fa girare. Tanto che la visione psicoanalitica dei personaggi aggiunge così tanto significato a quello che vediamo che, a dispetto dell’apparente pesantezza della materia, non vediamo l’ora di perderci nella mente di questo o quel personaggio, per cercare di capirlo meglio. Per non parlare della continua sortita nel campo della filosofia.

 

Neon Genesis Evangelion

 

Tuttavia, ci sono alcuni dei combattimenti mecha più belli di sempre

Eppure, nonostante la complessità di fondo, se eccettuiamo i famigerati due episodi finali e ci godiamo semplicemente le battaglie, c’è di che gioire: ideazione, animazioni, coreografie sono di altissimo livello, con delle soluzioni davvero interessanti e, in molti casi, esaltanti, caratterizzate da un dispendio tecnico notevole.

Tecnicamente c’è del genio

Ecco, parliamo un po’ della tecnica usata per realizzare Neon Genesis Evangelion, specialmente della tecnica pensata per quando le cose vanno “male” a livello di fondi. Senza scomodare quanto di magistrale realizzato nei film del Rebuild ma parlando anche solo della serie classica. Conoscete il detto “fare di necessità virtù”? Bene, è praticamente stato coniato per Neon Genesis Evangelion. I primi episodi sono realizzati con gran dispendio di mezzi, dicevamo poco sopra, ma cosa è successo quando invece questi sono andati a scarseggiare, con le deadline sempre più vicine? Altri studi solitamente reagiscono con un abbassamento drastico del livello di qualità di disegni e animazioni. Questa cosa, in Eva, non si nota. I personaggi non cominciano repentinamente a perdere dettagli, quanto piuttosto è la narrazione a prendere vantaggio da questa situazione, creando ilarità o tensione sfruttando i “buchi” d’animazione. Senza scendere in spoiler, diremo solo “letto”, “ascensore” e “diciassettesimo angelo”: capirete a tempo debito come una scena apparentemente immobile racconti in realtà molto più di un intercalare di mille disegni. Rendendo una scelta obbligata per motivi di budget non più motivo di scontento ma un trucco narrativo da maestro.

Per altri speciali come questo, abbonati a BadTaste+

Insegna a prendersi dei rischi… e a “fallire” alla grande

Ogni iterazione di Neon Genesis Evangelion è stato un enorme rischio per Hideaki Anno. Nonostante l’imperituro successo arrivato col tempo, inizialmente la serie ha faticato a decollare, per il suo scollamento dal canone classico del genere. È arrivato addirittura a spazientire appositamente i propri affezionati spettatori con un finale che nulla aveva a che fare con i mecha robotici e gli intrighi fantascientifici quanto, piuttosto, rappresentava una vera e propria ramanzina affettuosa, un monito da fratello maggiore. Bello, giustissimo, ma completamente sbagliato nei modi e nelle tempistiche. Del resto, se Anno e il suo staff fossero stati più accorti nella gestione delle risorse, forse sarebbero riusciti a gestire meglio il finale della storia. Eppure è stato un fallimento clamoroso ma a cui si vuole comunque generalmente bene, visto anche che ha ad ogni modo portato a un proseguo della serie.

Non usa i riferimenti religiosi a sproposito

Tantissimi anime, manga e videogiochi giapponesi utilizzano, spesso a sproposito, simbologie e figure prese in prestito dalle religioni estere, in particolare cristianesimo ed ebraismo, spesso svuotandole di significato e rendendole meri orpelli estetici. Di esempi di rinarrazioni interessanti se ne contano pochi, da Go Nagai in poi: uno di questi è Eva, che di sicuro può apparire dissacrante visto l’utilizzo di termini e simbologie, ma si tratta di un uso tutt’altro che casuale: ogni cosa ha un senso e nasconde un’analisi, senza neanche arrivare ad aggiungere all’equazione il significato nascosto del ruolo di ogni personaggio all’interno della storia, che cela numerose analogie bibliche.

Soffrirete insieme ai personaggi

Infine, qualcosa che potrebbe non sembrare un ottimo motivo per affrontare una bella storia, ma invece, generalmente, lo è: empatizzerete coi personaggi e soffrirete con loro. A volte in maniera scomoda e fastidiosa, perché i personaggi di Eva sono tutti, in un modo o nell’altro, molto umani e molto traumatizzati per diversi motivi. Non è la solita tiritera shonen sulle virtù, la lealtà, l’amicizia e l’amore: la creatura di Hideaki Anno è letteralmente viva e il suo cuore pulsa fino a sanguinare, rendendovi partecipi delle manchevolezze, degli atti riprorevoli, della profonda umanità di personaggi che tentano di avvicinarsi l’un l’altro ma cozzano contro i muri dell’animo altrui.

 

eva-05

 

A PROPOSITO DI EVANGELION:3.0+1.01 THRICE UPON A TIME

Quarto e ultimo capitolo di Rebuild of Evangelion. Misato e il suo gruppo anti-Nerv Wille arrivano a Parigi, una città ormai rossa per effetto del Core. L’equipaggio dell’ammiraglia Wunder atterra su una torre di contenimento. Hanno solo 720 secondi per ripristinare la città. Quando appare un’orda di Nerv Eva, l’Unità Eva 8 potenziata di Mari deve intercettarla. Nel frattempo, Shinji, Asuka e Rei (nome provvisorio) vagano per il Giappone. Studio: khara, Inc. Chief director: Hideaki Anno, Registi: Kazuya Tsurumaki, Katsuichi Nakayama e Mahiro Maeda, Sceneggiatore: Hideaki Anno.

BadTaste è anche su Twitch!

Per altri speciali come questo, abbonati a BadTaste+

Le serie imperdibili

I film e le serie imperdibili

Classifiche consigliate