Gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma da poco più di 10 giorni sono attivi in una serie di manifestazioni e proteste contro un emendamento presentato e approvato (e che quindi dovrà essere discusso in parlamento per poi diventare effettivo), che modifica in alcuni punti la legge 426 del 1997 che regola il funzionamento della loro scuola. Il Centro Sperimentale è la scuola nazionale di cinema, il più prestigioso e importante ateneo italiano (il diploma è equipollente a una laurea) che forma attori, registi, sceneggiatori, produttori e via dicendo. Una quota importante del cinema italiano di oggi e di ieri è uscito da lì.

I fatti

L’emendamento era stato originariamente inserito il 22 giugno nel DL Giubileo, presentato da parlamentari della Lega. Come si capisce è un decreto legge che ha a che vedere con le disposizioni urgenti riguardo il prossimo Giubileo, dunque in teoria non affine alle questioni di cinema, tuttavia al suo interno senza preavviso o comunicazione sono state inserite diverse modifiche al sistema di nomine di alcune cariche del Centro e alcuni cambiamenti ai più alti dirigenti. La cosa ha portato alla mobilitazione. Soprattutto, sembra di capire, se l’emendamento fosse poi approvato dovrebbe diventare effettivo entro trenta giorni. Ciò significa che prevedendo esso un nuovo sistema di nomine è molto probabile che necessiterebbe dell’esautorazione della dirigenza in carica (la presidente Marta Donzelli e il CdA formato da Cristiana Capotondi, Valentina Gemignani, Guendalina Ponti, e fino a poche settimane fa Andrea Purgatori) con due anni di anticipo rispetto alla fine del loro mandato.

Dopo una prima ondata forte di polemiche e prese di posizione l’emendamento è stato accantonato, il 24 luglio. Sembrava che per effetto delle proteste, dell’occupazione del Centro Sperimentale da parte degli studenti e della successiva mobilitazione del mondo dello spettacolo e del cinema in particolare (non si contano attori e registi che si sono pronunciati pubblicamente contro il cambiamento, incluso Wim Wenders) il governo fosse pronto a rivederlo magari di concerto con le parti in causa, invece il giorno dopo è stato approvato con una sola modifica di piccolo effetto, più che altro utile a includere nel novero dei ministeri che hanno facoltà di nomina anche uno oggi gestito da Forza Italia. Con l’inclusione di quel partito è probabile che sarà più facile la votazione. Al tempo stesso il passaggio da 3 a 4 ministeri per le nomine (che per come è formata ora la squadra di governo prevede l’inserimento di un partito in più) è la ragione per la quale molte delle proteste parlano di lottizzazione.

Come funziona oggi il Centro Sperimentale e cosa potrebbe cambiare

Il cambiamento maggiore contenuto nell’emendamento riguarda le nomine del Centro Sperimentale. Come stabilito da un decreto legge del 2004 (che già correggeva la legge del 1997) all’art. 6, il Centro Sperimentale ha un presidente e un consiglio di amministrazione, nominati entrambi dalla politica. Il presidente è nominato direttamente dal ministro della cultura, dei quattro membri del CdA invece tre sono nominati dal Ministro per i beni e le attività culturali e uno dal Ministro dell’economia e delle finanze. Si tratta solitamente di “personalità di elevato profilo culturale, con particolare riguardo al campo cinematografico ed audiovisivo, e con comprovate capacità organizzative”. Presidente e CdA a loro volta nominano il comitato scientifico e il direttore generale. 

La differenza tra queste cariche è che presidente e CdA solitamente hanno poteri di nomina e indirizzo, mentre il direttore generale (per la parte amministrativa e la gestione del portafogli) e il preside (per la parte di didattica) sono le persone che effettivamente gestiscono la scuola, nominano i docenti, fanno i programmi, approvano i bilanci, stilano i bandi e via dicendo. Lo fanno coadiuvati dal comitato scientifico che tuttavia ha poche e rare occasioni di incontro. Per dirla in maniera più istituzionale, presidente e CdA propongono e predispongono “gli atti relativi alle linee generali dell’attività della Fondazione e i relativi obiettivi e programmi; propongono al consiglio di amministrazione la nomina del direttore generale, del preside e dei docenti della Scuola nazionale di cinema e del Conservatore della Cineteca nazionale, curano le relazioni con enti, istituzioni, imprese pubbliche e private ed altri organismi, anche al fine di instaurare rapporti di collaborazione e sostegno delle singole iniziative della Fondazione del Centro”. Direttore generale, preside e comitato scientifico invece sono dei funzionari.

L’emendamento invece prevede che il comitato scientifico non sia più nominato da presidente e CdA ma anch’esso dalla politica e che diventi un lavoro retribuito. Dei 5 membri, 3 sarebbero nominati dal ministero della cultura, uno dal ministero dell’istruzione e del merito, uno dal ministero dell’economia (perché il centro è finanziato dallo stato e come tutti i finanziamenti statali anche questi passano dal ministero dell’economia). La modifica che ha consentito all’emendamento di essere approvato poi ha aggiunto un sesto membro, nominato dal ministero dell’università (quello per l’appunto oggi gestito da Forza Italia). Come detto il diploma del Centro Sperimentale è diventato equipollente a una laurea durante la direzione di Felice Laudadio e quindi in un certo senso che abbia voce in capitolo il ministero dell’università è corretto, semmai ha meno senso che ce l’abbia il ministero dell’istruzione, originariamente incaricato di una nomina perché anni fa i due ministeri erano uniti in uno solo. Inoltre, per effetto dell’emendamento il comitato scientifico che diventerebbe a nomina politica avrebbe voce in capitolo per la scelta del preside e del conservatore della Cineteca Nazionale, altra società separata dal Centro ma sotto il medesimo ombrello.

Quindi se ora la politica nomina presidente e CdA, i quali nominano i funzionari (cioè direttore generale e comitato scientifico), qualora l’emendamento venisse approvato la politica nominerebbe presidente, CdA e comitato scientifico. Inoltre la carica di direttore generale come esiste ora sarebbe soppressa e il nuovo direttore generale non sarebbe più a livello degli organi, cioè a livello di presidente e consiglio di amministrazione, ma sarebbe a livello del comitato scientifico, vale a dire un funzionario (per quanto la più alta carica tra i funzionari). Questa modifica riporterebbe la situazione a come era prima degli anni 2000 quando, sotto la presidenza di Francesco Alberoni, venne modificato l’inquadramento del direttore generale.

Dunque ad oggi presidente e CdA hanno 3 compiti fondamentali che rispondono alle logiche di gestione culturale: nominare il preside della scuola; nominare il conservatore della cineteca nazionale; nominare il comitato scientifico. Se l’emendamento dovesse passare invece i ministeri nominerebbero oltre a presidente e CdA anche il comitato scientifico, il quale darebbe indicazioni su chi deve essere preside e direttore della cineteca. Il presidente e il CdA ne uscirebbero con i poteri estremamente ridotti e diventerebbe invece cruciale il comitato scientifico. 

La prassi

Abbiamo parlato con alcune persone, che hanno preferito rimanere anonime, che hanno lavorato al Centro Sperimentale in posizioni di nomina politica e non, per farci spiegare nella prassi (al di là delle disposizioni di legge) come funzionava il sistema prima e quindi nella pratica cosa potrebbe cambiare e quali conseguenze loro intravedono dopo le eventuali modifiche.

La prassi voleva che una volta nominato il presidente fosse egli stesso a scegliere il proprio CdA e poi lo sottoponesse ai ministeri, i quali poi provvedevano a nominarlo come se fosse stata una decisione loro. Questo perché sono nomine delicate e la politica non sempre ha cognizione di quali figure del mondo della cultura (sono spesso attori o registi che hanno frequentato il centro da studenti) possono essere le più adatte. Inoltre avendo il ministro indicato il presidente si presuppone che la visione culturale e politica del secondo sia in linea con quella del primo. 

Sempre prassi voleva che il comitato scientifico fosse consultato molto di rado e non avesse un reale peso. Di fatto la gestione del Centro era ed è, al momento, nelle mani del direttore generale e del preside con, più in alto, il presidente e il CdA a dare le reali disposizioni di indirizzo e avere il reale potere di consultazione. Dunque considerando la prassi, gli effetti dell’emendamento renderebbero il comitato scientifico un organo decisamente più potente (è anche per questo, probabilmente, che diventerebbe un lavoro retribuito), lasciando a presidente e CdA poco da fare. Ci sarebbe insomma un travaso di poteri tra figure comunque nominate dai ministeri.

Il parere delle fonti che abbiamo sentito è che di fatto non cambierebbe molto, se non che la natura politica delle nomine politiche diventerebbe ancora più chiara ed evidente di quanto non sia ora.

Di fatto insomma l’esautorazione dell’attuale dirigenza interromperebbe una serie di attività e di cambiamenti messi in atto da Marta Donzelli e dal suo CdA (uno dei quali l’avevamo raccontato: prevede la ristrutturazione, ora in corso, del cinema Fiamma di Roma), e sarebbe un atto di appropriazione politica abbastanza scomposto e non ortodosso, per quanto non inedito. Più simile, in pratica, alle nomine RAI che alla prassi del Centro Sperimentale.

Le reazioni

In una lettera aperta i docenti del Centro Sperimentale hanno detto di comprendere e sostenere “l’agitazione messa in atto dagli studenti a causa della possibile approvazione dell’emendamento proposto nel decreto Giubileo che cambia in profondità la natura del CSC”.

I 100autori invece, con più decisione, hanno lamentato il fatto che il governo abbia redatto l’emendamento senza averli consultati (ma nemmeno altri soggetti interessati sono stati consultati come si fa di solito per decisioni di questo tipo), dopo ripetute richieste di un incontro che per dieci giorni era stato promesso ma, a quanto pare, mai concesso.

Si è pronunciato anche l’ex ministro Franceschini, facendo presente che le nomine da lui effettuate quando è stato ministro della cultura furono di alto livello e indipendenti. Nel 2017 nominò Felice Laudadio Presidente e come membri del CdA: Nicola Giuliano, Giancarlo Giannini, Aldo Grasso, Roberto Andò e Carlo Verdone. Nel 2021 invece nominò presidente e CdA oggi in carica.

Foto di copertina: CSC

Classifiche consigliate