Quando qualche settimana fa lo sciopero degli sceneggiatori è finalmente terminato, la speranza di tutta l’industria era che si risolvesse rapidamente anche lo sciopero degli attori, in modo da tornare ufficialmente tutti quanti al lavoro quanto prima. Così non è stato: l’11 ottobre le trattative tra SAG-AFTRA e AMPTP si sono interrotte bruscamente, e questa situazione di stallo sta tenendo Hollywood col fiato sospeso. La fine dello sciopero degli sceneggiatori ha permesso di tornare a scrivere e sviluppare progetti, ma finché non finirà anche la mobilitazione degli attori non sarà possibile tornare sul set.

A questo punto, gli studios e le case di produzione stanno sostanzialmente tirando una riga su tutta l’ultima parte dell’anno, puntando a tornare sui set a gennaio. Ma nel frattempo, l’area di Los Angeles sta subendo le conseguenze più gravi: FilmLA ha pubblicato un’analisi dello stato dell’industria nel terzo trimestre dell’anno, ed è decisamente negativa.

I giorni di riprese in location sono crollati del 41.4% rispetto al 2022. Nel trimestre precedente le produzioni erano calate ai minimi dal primo lockdown.

Il calo più drammatico, inevitabilmente, nei mesi di luglio agosto e settembre è relativo alle riprese di serie tv drammatiche (-99%: 12 giorni di riprese contro 1198 del 2022) e comiche (-99,4%: 2 giorni contro 352). Nessun pilot è stato girato, e le uniche produzioni televisive sono relative a reality show.

Crollo verticale anche per le produzioni cinematografiche: -54.6%, ovvero 376 giorni di riprese contro 828 del 2022. Per la maggior parte si tratta di film indipendenti che hanno ottenuto deroghe e accordi ad interim.

Anche settori non direttamente influenzati dagli scioperi, come quello dei reality e quello della pubblicità, hanno visto cali importanti rispettivamente del 23.2% e deò 25.8%. La cosa fa riflettere in particolare perché nel 2007/2008 gli studios risposero allo sciopero degli sceneggiatori investendo molto di più nei reality: in questo contesto di mobilitazione più ampia, però, la risposta può darla un settore già ampiamente sfruttato come questo.

“Per quanto queste statistiche siano tristi, non sono i numeri a testimoniare realmente l’importanza di quest’industria nella nostra regione,” ha commentato il presidente di FilmLA Paul Audley. “Ma sono le storie delle famiglie, delle attività, delle vite e dei lavori che hanno subito il contraccolpo della situazione attuale”.

Fonte: Strikegeist

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