Nel corso di un’intervista per Variety, James Mangold ha parlato a ruota libera di Indiana Jones 5 commentando anche la rivelazione su Mutt, il figlio del protagonista interpretato da Shia Labeouf nel quarto film.

Nel corso del film viene spiegato che il figlio di Indy, apparso nel film del 2008, è morto nella guerra in Vietnam e la sua scomparsa ha avuto un effetto diretto sul matrimonio con Marion Ravenwood (Karen Allen).

Senza più una moglie e un figlio, Indiana Jones nell’atto finale dice a Helena che non vuole tornare a casa perché deciso a restare nel passato. “Mi sembrava la cosa più giusta emotivamente il fatto che un eroe disincantato finisca in questo splendido, turbolento momento nella storia e, senza più un figlio e una moglie, decida di restare nel posto che ama di più” ha confessato il regista.

Sulla decisione di escludere il personaggio, il regista ha spiegato: “O giravamo un film su loro due o serviva un modo per tenere Mutt fuori dalla storia, perché era un personaggio troppo importante nel film precedente per fare finta che non esistesse“.

Il regista ha spiegato che le dichiarazioni di Labeouf sulla sua esperienza con Indiana Jones non hanno avuto nulla a che fare con la decisione di estromettere il personaggio dalla storia. Sia nel 2010 che nel 2016 l’attore era apparso molto critico nei confronti della pellicola, arrivando a definire Spielberg “più una fottuta azienda che un regista […] Non mi piacciono i lungometraggi che ho fatto con Steven Spielberg. L’unico che apprezzo è il primo Transformers“.

Mangold ha poi parlato del finale, svelando che all’inizio gli sceneggiatori avevano scritto un terzo atto in cui i protagonisti tornavano effettivamente indietro nel tempo al 1944, l’anno in cui è ambientato il prologo. La sequenza, però, non lo convinceva: “Non riuscivo a trovare un modo per capacitarmi dell’idea di tornare nel passato ed evitare che [il personaggio di] Mads ristabilisse il Terzo Reich. Mancava di meraviglia e si trasformava in una storia in stile gatto che rincorre il topo. Ho creduto fosse meglio fare in modo che il pubblico si aspettasse una cosa e poi sfilargli il tappeto da sotto i piedi all’ultimo secondo”.

Ha poi risposto indirettamente alle critiche di quanto succede nel terzo atto, con un ritorno all’epoca di Archimede, spiegando che a parer suo non si tratta di niente di così diverso dagli epiloghi di I predatori dell’arca perduta e Indiana Jones e l’ultima crociata.

indiana jones 5

Indiana Jones 5 (Indiana Jones e il quadrante del destino) è nelle sale italiane dal 28 giugno. Trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda.

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