È da poco disponibile la serie limitata a fumetti della Marvel dedicata ad Aliens – scontro finale, che racconta l’ipotetico scenario in cui l’executive della Weyland-Yutani Corporation Carter Burke è sopravvissuto agli eventi della pellicola. Per l’occasione, l’interprete del personaggio, ovvero Paul Reiser, ha concesso un’intervista a CB, dove, oltre a parlare di una scena eliminata del film, ha raccontato la sua esperienza col regista James Cameron.

Ecco le sue parole:

Ero proprio un novellino. Parliamo di quasi 40 anni fa. Ero così entusiasta di essere scritturato e di partecipare a quello che sapevo sarebbe stato un grande successo, perché Jim Cameron aveva già fatto Terminator, avevo visto quanto fosse bravo, la sceneggiatura era fantastica, e in quanto grande fan di Sigourney Weaver. E ho pensato che il mio obiettivo fosse: “Non appestare il film. Se quando sei sullo schermo il film non si blocca, è una vittoria“. Jim Cameron gioca a un livello completamente diverso da quello della maggior parte delle persone. È così visionario e così preciso che non solo sa cosa vuole, ma sa anche come farlo.

Se la tecnologia non esiste, la inventerà, sia che si tratti di The Abyss, sia che si tratti di macchine da presa, sia che si tratti di Titanic. È un certo tipo di mente brillante. Quindi, per me, ogni volta che si diceva che si fosse scontrato [con la troupe], abbiamo girato a Londra e c’era una troupe britannica e il temperamento è diverso… E lui era un giovane e spavaldo ventinovenne americano, anzi canadese. Quindi credo che se avesse girato qui, non sarebbe successo nulla di tutto ciò. Non ci sarebbero stati quei piccoli scontri. Ma non si è mai trattato di ego. È sempre stato perché, secondo me, sapeva di cosa aveva bisogno. Sapeva quello che doveva fare in un giorno e ha semplicemente spinto sull’acceleratore. E su questo non ci piove.

L’attore poi riflette sul successo duraturo del film:

Questo film ha superato la prova del tempo in un modo che non avrei mai immaginato. Sapevo che sarebbe stato un successo, e certamente lo è stato, ma è stato solo quando ho partecipato al Comic Con qualche anno fa, cinque anni fa, che ho capito, che ho scoperto la portata di questo film. L’ampiezza [del suo successo]. C’è un’intera sottocultura di fan del mondo di Aliens che mi ha stupito. Allora ho pensato: “Beh, è stato divertente essere in un film di grande successo che la gente ricorda“. E invece no, è molto più di questo. È una sottocultura.

Cosa ne pensate delle parole di Paul Reiser sul suo lavoro con James Cameron in Aliens? Lasciate un commento!

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FONTE: CB

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