Tra i geni dell’animazione giapponese ce n’è uno, in particolare, ad aver conquistato un enorme credito presso gli appassionati, negli ultimi vent’anni: Makoto Shinkai, artista a tutto tondo ingiustamente non ancora abbastanza noto presso il grande pubblico internazionale.
A fine anno, in Giappone, uscirà il suo nuovo film, Suzume no Tojimari, e si prospetta un enorme successo: la pellicola arriverà il prossimo anno anche in Occidente grazie alla finora inedita collaborazione tra Crunchyroll e Sony Pictures Entertainment.

L’avventurosa storia del film vedrà la diciassettenne Suzume scoprire una bizzarra porta all’interno di un misterioso complesso di rovine, e intraprendere poi un viaggio volto a scongiurare una catastrofe.

In attesa di poter visionare il film nella sua interezza possiamo gustarci il primo teaser e (ri)scoprire l’operato del suo regista in questo speciale dedicato.

Chi è Makoto Shinkai?

Nato a Nagano nel 1973, Shinkai è un artista dell’animazione, con enormi competenze dal punto di vista registico e della composizione, nonché dell’utilizzo del computer nella realizzazione delle scene sotto tutti i punti di vista. Al contempo, è un autore poliedrico, in quanto si scrive da sé le sceneggiature ed è in grado di mettere bocca un po’ in tutti i campi di lavoro, arrivando anche a doppiare i suoi personaggi, in alcuni casi.
Ha iniziato la sua carriera come grafico e illustratore presso la Falcom, software house nipponica specializzata in titoli narrativi e fantasy, in particolare jrpg; la passione lo guida, però, verso la realizzazione di progetti personali, che lo porteranno a creare, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei duemila, alcuni cortometraggi animati, prodotti e realizzati in proprio che setteranno quello che sarà il suo stile. I più noti sono Lei e il gatto (buffo short in bianco e nero in cui un micio narra il suo punto di vista sulla vita da gatto di appartamento) e La voce delle stelle, straordinaria opera che, al netto di alcuni elementi un po’ acerbi per via dell’artigianalità del tutto, è avanti a molti altri titoli più blasonati e produttivamente più costosi, presentando poi tutti gli elementi possibili che vedremo in futuro. Straziante l’intuizione della comunicazione interspaziale, in anticipo di lustri rispetto a Chris Nolan e al suo Interstellar.

your name makoto shinkai

Makoto Shinkai: i film

Incoraggiato dal successo dei corti, il nostro lascia il suo lavoro dipendente per inseguire il suo sogno registico, con grande successo. Di fatto, Shinkai ha al suo attivo, oltre ai cortometraggi, ben sei film (con un settimo in arrivo) realizzati dal 2004 ad oggi. Si tratta di un numero assolutamente notevole, contando le tempistiche medie di realizzazione di un film anime di pregio e il fatto che si tratta di opere, in qualche modo, “artigianali”.
Shinkai è notoriamente un perfezionista e un artista completo che ama rifinire le sue opere sotto tutti gli aspetti: e in un periodo storico in cui il regista finisce sempre più per essere un supervisore tecnico più che un autore, il cineasta nipponico si impone per la dedizione assoluta al suo lavoro, che lo porta a raggiungere livelli qualitativi inusitati adoperandosi praticamente da solo, agli esordi. E tutt’ora, cerca di mantenere lo staff al minimo per avere il massimo controllo possibile.

La forte autorialità si nota in tutto, persino nel product placement, che riesce a essere perfino intelligente e a raccontare qualcosa di significativo: il pubblico nipponico si accorge delle qualità di Shinkai e finisce per appoggiarlo a ogni tentativo, anche nei mezzi passi falsi.
Non esistono brutti film di Makoto Shinkai, in verità, ma non tutto forse “gira” come dovrebbe o si rivela così commerciale come potrebbero volere i produttori.
Oltre le nuvole, il luogo promessoci è un affresco ucronico straniante e poetico ma non ha fatto presa come ci si aspettava, e 5 centimetri al secondo, per contro, risultò troppo intimista, con la storia d’amore di due ragazzi che lotta contro le distanze e le naturali difficoltà del tenersi in contatto durante i tumulti dell’adolescenza.

In molti ritengono Makoto Shinkai il nuovo Hayao Miyazaki, definizione che ovviamente lo lusinga ma che formalmente rifiuta, non ritenendosi all’altezza del Maestro ma, forse, anche avendo presenti le effettive differenze tra i due filmmaker, che a quanto pare sfuggono ai più.
Stilisticamente si potrebbe tendere ad accomunarli, ma tematicamente e tecnicamente il loro lavoro viaggia su binari diversi.
Shinkai indaga i rapporti umani e i loro mutamenti, insistendo molto sul discorso comunicativo, esprimendo molti concetti tramite l’ambiente in cui i personaggi si muovono.
Tanto che quando realizza il suo film più miyazakiano in assoluto, Viaggio verso Agartha, perde la sua unicità, pur mantenendo una propria impronta stilistica: sembra di vedere un film dello Studio Ghibli, ma gli equilibri sono diversi e per un conoscitore dell’animazione nipponica questo potrebbe creare un effetto dissonante.

Makoto Shinkai

L’elemento fantascientifico o fantastico spesso (e volentieri) è presente in Shinkai, ma è solo un mezzo per esplorare nuove facciate del rapporto tra persone diverse. Quello che non manca mai, invece, è l’utilizzo a livelli ineguagliati delle tecniche digitali sovrapposte al disegno classico, raggiungendo una effettistica senza pari.
Sia le città che gli spazi aperti prendono letteralmente vita sembrando delle fotografie, per quanto invece siano “solo” riproduzioni fotorealistiche e al contempo idealizzate.
Le location in cui si trovano i personaggi di Makoto Shinkai, con tutti i loro minuziosi dettagli, raccontano molto dei loro occupanti, ma attenzione: la storia prende vita anche attraverso due elementi forse mai così presi in considerazione da altri autori. Stiamo parlando del cielo e degli agenti atmosferici.
Il primo è tutt’altro che un mero soffitto vuoto: contiene nuvole e miriadi di stelle e collega i personaggi, anche a centinaia e centinaia di chilometri di distanza, e questa è una costante in praticamente tutte le opere di Shinkai, fin da La voce delle stelle fino al capolavoro Your Name.
Ancora più interessante l’utilizzo del meteo per trasmettere situazioni, atmosfere e mood dei personaggi, in particolare la pioggia, elemento alla base di almeno due film: Il giardino delle parole e Weathering With You, in cui Tokyo prende vita come forse in nessun altro film animato, con buona pace anche di Mamoru Hosoda e Hideaki Anno.
Si tratta di due film che utilizzano la pioggia e il suo significato in maniera contrapposta, riportando l’attenzione a come i personaggi sfruttano e rincorrono i momenti di perturbazione atmosferica per riportare, invece, la calma e la gioia di vivere dentro di sé. E se il secondo ha al suo interno un elemento fantastico ben preciso e attenzioni più (giustamente) commerciali per attirare il pubblico, Il giardino è forse il film più singolare dell’intera filmografia di Shinkai, uno slice of life coraggioso e diretto nel delineare i sentimenti di una storia d’amore decisamente inusuale e, per certi versi, scandalosa.
La delicatezza nel tratteggiare il tutto, appoggiandosi sulle spalle di una tecnica poderosa, fa di Shinkai un autore vero, in grado di lasciare sempre qualcosa nel suo pubblico, e al contempo incredibilmente snobbato dall’Academy, fosse anche solo in virtù dei suoi successi commerciali.
Ricordiamo, difatti, che Your Name è il film d’animazione più visto di sempre al cinema, in Giappone: un dato dal valore incommensurabile, visto che ha battuto con una storia originale tutti i più grandi franchise di sempre (da Dragon Ball ai Pokémon a Doraemon e Detective Conan) nonché lo stesso Miyazaki. E J.J. Abrams, ricordiamolo, vorrebbe trarne un live action. Anche e soprattutto per replicare i ricercatissimi lens flare inseriti nel film originale, diciamolo!

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