Recentemente, Martin McDonagh ha concesso una lunga intervista video a Deadline, dove ha avuto modo di parlare del suo ultimo lavoro, Gli spiriti dell’isola (LEGGI LA RECENSIONE), e riflettere sulla sua carriera. Vi riportiamo le principali curiosità emerse.

Il regista-sceneggiatore ha raccontato cosa lo ha spinto a scrivere Gli spiriti dell’isola, attualmente candidato a 9 premi Oscar:

Volevo riportare insieme Colin Farrell e Brendan Gleeson appena finito In Bruges, ed è pazzesco che siano passati 14 anni da allora [il film, precedente lavoro della coppia di protagonisti con McDonagh, è uscito nel 2008]. In Bruges racconta di questi due uomini o personaggi che si innamorano in un modo strano. Gli spiriti dell’isola è la dissoluzione dell’amore. Era una cosa interessante da esplorare, ma lo stimolo iniziale era raccontare una storia su una separazione che fosse il più triste e accurata possibile. E avere un colpo di scena che non fosse uno romantico tra due personaggi, ma platonico: questo non è molto esplorato nel cinema.

Il regista rivela poi qual è il suo metodo di lavoro in fase di stesura della sceneggiatura e parla di come questo si rifletta sui finali delle sue opere, spesso molto “aperti”. Ecco le sue parole:

Non programmo le cose prima di iniziare e quindi non so mai cosa accadrà e chi sopravvivrà, anche nel bel mezzo del processo. Questo mi fa restare all’erta. Ogni scena alimenta la successiva. E come lanciare le palle in aria come un giocoliere, ma quando arrivi a circa pagina trenta o quaranta [dello script] sai quali ce la faranno.

Molti dei miei finali non sono ben impacchettati con un fiocco, con lo spettatore che esce dalla sala felice. Molti romanzi o bei film se li guardi più volte puoi avere reazioni diverse ogni volta. Potrebbe essere non il miglior oufit ma sembra quello giusto per la storia. Anche quando arrivi alle ultime cinque pagine, non so come esattamente finirà, come accadeva in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri e nei film precedenti. In questo modo speri che se ti senti così anche lo spettatore si senta allo stesso modo.

Infine, all’immancabile domanda “Cosa scriverai ora?“, McDonagh non rivela nulla di concreto, ma dà indicazioni precise sul tono:

Voglio tornare a lavorare con alcuni attori con cui ho lavorato in precedenza. C’è qualcosa di Gli spiriti dell’isola, la sua tranquillità, la sua tristezza, e come questa è connessa alle persone. Questo è tipo di film a cui punto punterò rispetto a una cosa simile a 7 psicopatici.

Cosa ne pensate delle parole di Martin McDonagh? Lasciate un commento!

FONTE: Deadline

Classifiche consigliate