La società della neve è descritto su Netflix come “motivante” e “cupo”, Emily in Paris come “camp” e “bizzarro”, The Crown viene definito “profondo”.

Da un po’ di tempo, il colosso dello streaming ha deciso investire nei “tag” associati a ogni titolo presente sulla piattaforma che ne descrive le caratteristiche e favorisce l’algoritmo interno per indicare titoli simili agli utenti.

Piuttosto che fondare tutto sull’automazione, come sottolineato in un articolo del New York Times, Netflix ha uno staff di circa 30 persone – chiamati tagger – che hanno proprio il compito di scegliere una, due o tre parole che descrivano sinteticamente un film o una serie.

Da un’indagine è emerso che i tag sono molto più utili a guidare le persone indecise su cosa guardare, ragion per cui Netflix potrebbe decidere di dare ancora più risalto alla sezione, lasciando in secondo piano l’indice di compatibilità, che indica all’utente una percentuale precisa.

I tag, che al momento sono circa 3000, servono poi per riempire le sezioni che già da un po’ arricchiscono la home page della piattaforma, su cui appaiono categorie come “Solo risate spontanee”, “Senza impegno”, “Da guardare in un weekend”. Tra i tag più popolari ci sono invece “romantico”, “emozionante” e “suspense”.

Allan Donald, direttore dei contenuti su Netflix, ha sottolineato che i tag sono di importanza fondamentale:

Se sei indeciso su un titolo da scegliere e dici: “Ok, le immagini sono accattivanti, tutti ne parlano… ma è per me?”. E poi leggi: “Ok, c’è suspense, è perfetto”. [Il tag] è ciò che ti ha fatto cliccare su quel titolo.

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