Tra i film più chiacchierati dell’anno troviamo sicuramente Oppenheimer e Saltburn. I creativi che hanno lavorato alle scenografie di questi film sono stati intervistati da Variety, raccontando alcuni retroscena delle loro pellicole.

Oppenheimer

Sulla scenografia di Oppenheimer vi abbiamo già raccontato qualcosa in questo articolo.

Conferma la production designer Ruth De Jong quanto sia stato difficile trovare la location perfetta, dal momento che la Los Alamos moderna non rifletteva quella che serviva loro. Per questo è stata costruita una città da zero.

Eravamo in mezzo al nulla, i cellulari non prendevano. Tutti gli attori e i membri della troupe sono stati trasportati lì. Non c’erano tende, veicoli della troupe sul set principale. Tutto era inserito nel periodo storico.

Saltburn

Racconta invece la scenografa di Saltburn, il nuovo film di Emmerald Fennel con Jacob Elordi, il momento in cui ha trovato la location giusta.

Ricorda Suzie Davies quando ha scoperto la villa con 127 stanze, centro nevralgico della pellicola:

Sono stata in grado di usare un po’ degli elementi che erano già presenti e poi aggiungere strati, dipingere muri, togliere tappezzerie da migliaia di sterline per mettere su le nostre, cambiare alcuni dei quadri per portare la nostra palette: il rosso scuro, le superfici scintillanti, le texture. Questo perché il film riguarda tutti i sensi, non solo la vista e il suono, ma anche gli odori e il tatto.

Saltburn arriverà direttamente in streaming in Italia su Prime Video il 22 dicembre.

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