Simon Leviev, il losco figuro al centro de Il truffatore di Tinder, il documentario arrivato su Netflix a inizio febbraio non ci sta, rigetta le accuse e dichiara: quello che viene raccontato nella produzione disponibile in streaming sulla piattaforma si basa su fatti completamente inventati.

Simon Leviev ha parlato in una nuova intervista rilasciata a Inside Edition (via Entertainment Weekly) durante la quale ha detto che quella raccontata da Il truffatore di Tinder non è una storia vera:

L’hanno presentato sotto forma di documentario, ma, in realtà si basa su cose completamente inventate.

Simon Leviev, nato Shimon Hayut, è al centro della vicenda raccontata dalla nuova opera della squadra già responsabile di “Giù le mani dai gatti: caccia a un killer online”. Attraverso l’attuazione di un vero e proprio schema Ponzi, nell’arco di svariati anni, Leviev, tramite Tinder, è riuscito a sfruttare diverse malcapitate riuscendo a estorcere, con inganni alquanto elaborati, ingenti somme di denaro. Nel documentario viene spiegato come quelle che, loro malgrado, sono diventate le tre più celebri vittime Cecilie FjellhøyPernilla Sjoholm e Ayleen Charlott, sono riuscite a smascherare le truffe di Leviev.

Simon Leviev: cosa sta facendo oggi Il truffatore di Tinder

Dopo essere stato condannato, nel dicembre del 2019, a 15 mesi di reclusione in Israele, è poi uscito per buona condotta dopo soli cinque mesi: come vi abbiamo raccontato in questo articolo, Leviev risulta attualmente bannato tanto da Tinder quanto da altre piattaforme di dating online. Curiosamente però, è presente su Cameo. Questo non gli sta impedendo di cercare di “capitalizzare” la notorietà ricevuta grazie all’enorme successo ottenuto dalla produzione Netflix: nei suoi piani ci sono un dating show, un libro, un podcast sempre a tema dating e, non a caso, ha anche siglato un accordo con un’agenzia hollywoodiana e, ora, ha una vera e propria agente in quel di Los Angeles (ECCO TUTTI I DETTAGLI). Cosa, questa, che ha suscitato un genuino moto di ribrezzo nelle sue vittime.

Ora, ad Inside, dice:

Hanno manipolato tutto, editandolo a loro piacimento tanto da creare questa narrazione a senso unico. Voglio ripulire il mio nome, voglio dire al mondo intero che non è vero. Non sono un truffatore di Tinder, ero solo un ragazzo single che voleva incontrare delle ragazze su Tinder. Non sono un mostro.

Quanto a Cecilie Fjellhøy, Pernilla Sjoholm e Ayleen Charlott hanno aperto una campagna online su GoFundMe con cui stanno cercando di recuperare il soldi necessari a pagare tutti i debiti che hanno accumulato per colpa di Leviev.

 

 

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