I vari Ernst Stavro Blofeld

Andrea Francesco Berni

7 Dicembre 2014 16:06 · aggiornato il 7 Dicembre 2014 alle 16:06

Agente 007, dalla Russia con amore (1963) Agente 007, dalla Russia con amore (1963) di Terence Young

E' il primo Blofeld. Quello che non si vede, con i capelli, il completo da wall street man, la voce in originale di Erich Pohlmann (nella versione italiana: Aldo Silvani) e il corpo semi nascosto di Anthony Dawson. L'accento di Pohlmann ce lo rende un cinquantenne bruno di origini mitteleuropee. E' interessato ai pugnaci pesci siamesi anche se gli piacciono di più quelli che lasciano sfiancare due contendenti per poi intervenire e uccidere lo stanco sopravvissuto del primo duello. Il numero 3 della Spectre Rosa Klebb (identica all'ex Ministro italiano Elsa Fornero) intuisce la metafora sulla Guerra Fredda che l'esempio ittico di Blofeld nasconde nemmeno troppo velatamente. Mentre Nato e Patto di Varsavia si contendono il mondo dopo la fina della II Guerra Mondiale, l'organizzazione criminale Spectre fa il terzo pesce ed aspetta che Ovest e Est siano stremati per poi colpirli a morte dopo aver fatto affari e doppiogioco con entrambi. Quando entrerà nella stanza anche il numero 5 Kronsteen ci renderemo conto che Blofeld accarezza senza particolare passione il suo bel gatto persiano.
E' un uomo d'affari che non ama le smancerie e anche quando dà da mangiare al gatto il pesce siamese morto... lo fa abbastanza meccanicamente.
Agente 007 - Thunderball: operazione tuono (1965) Agente 007 - Thunderball: operazione tuono (1965) di Terence Young

Ancora corpo nascosto di Anthony Dawson e voce di Erich Pohlmann. C'è una riunione della Spectre che sembra un consiglio d'amministrazione di una corporation con Blofeld dietro un vetro schermato e ogni delegato a notificare presso il capo i profitti della sua area di competenza. E' ancora un Blofeld che agisce poco in prima persona con il numero 2 Largo a fare da protagonista in campo non prima di aver elettrificato il numero 9 per aver fatto la cresta ai ricavi nordamericani in calo della Spectre. Il gatto persiano è accarezzato sempre con un fare sbrigativo.
Agente 007 - Si vive solo due volte (1967) Agente 007 - Si vive solo due volte (1967) di Lewis Gilbert

Blofeld è diventato un mingherlino pelato pesantemente sfregiato nella parte destra del suo volto attraversato in verticale da una cicatrice che coinvolge anche l'occhio sgranato verde. E' la prima volta che l'arcinemico indossa una giubba maoista abbottonata fino al collo. La parlata è sottile e cantilenante e grazie agli occhi spalancati e ai rapidi movimenti da furetto, il Blofeld di Donald Pleasence è un concentrato di patologia mentale. Blofeld non è più un uomo d'affari rude che non entra mai in azione quanto piuttosto uno smilzo psicopatico che non disdegna l'uso della rivoltella ma concede a un Bond per lui ormai finito il diritto a fumare un'ultima sigaretta. Ha un vezzo: far girare vorticosamente la catenina cui è appesa una chiave decisiva per la messa in pratica del suo piano criminale che dovrebbe far scoppiare la guerra tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Anche il gatto persiano è nervosetto come Blofeld. Lo vedremo dare di matto quando la base giapponese del suo padrone verrà attaccata dagli amici di Bond (Pleasence fa fatica a tenerlo in braccio!) e sarà divertente osservare quanto il felino sarà pronto ad abbandonare il suo padrone per andare a trovare rifugio tra le gambe del suo scagnozzo biondo in prossimità dello scontro finale con Bond. Nello stacco successivo... il gatto è scomparso. Dove sarà mai finito? E dire che Blofeld lo accarezzava con più partecipazione rispetto ai suoi omonimi dei due film precedenti, amando passare insistentemente il mignolo della mano destra sulla sua testa più come una grattata che non come una carezza. Pleasence, arrivato in corso di produzione per sostituire il collega polacco Jan Werich, ci regala il primo Blofeld totalmente in campo e con una grande entrata in scena. L'uscita, invece, non è delle migliori. Dopo essere stato colpito da un proiettile a una mano... scomparirà dalla sua fortezza nel vulcano. Misteriosamente. Proprio come il gatto.
Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà (1969) Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà (1969) di Peter R. Hunt

Blofeld cambia. E' diventato un imponente pelatone senza lobi in giacca abbottonata maoista e nasone mediceo. Telly Savalas interpreta un uomo virile, muscoloso, dall'accento americano e pienamente d'azione. Quel business man in giacca e cravatta poi diventato un piccolo psicopatico sfregiato è ora un supercattivo più sexy e mascolino che quando non ha addosso la giubba maoista sfoggia maglioncini a collo alto che poi avrebbero contraddistinto il Gru di Cattivissimo me. Bye bye al gatto persiano e all'anellone simbolo della Spectre e benvenute alle sigarette che questo Blofeld ama fumare in modo peculiare tenendole in verticale e non separandosi mai da esse né quando accompagna Bond nei meandri della sua fortezza sulle Alpi svizzere né quando versa dello champagne cercando di manipolare la contessa Tracy Di Vicenzo, futura signora Bond. Da un certo punto di vista è un doppio speculare di 007. Elegante, virile, casanova e violento. Vedere il furioso e ansimante inseguimento su una pista da bob per credere. E' un Blofeld che conosce bene uno dei più marginali sport invernali. Rimarrà appeso a un ramo, si farà parecchio male al collo ma si prenderà una crudelissima rivincita con James Bond facendo da autista a colei che ucciderà la consorte di 007 cinque minuti dopo le nozze. Telly Savalas è il Blofeld fisicamente più minaccioso di tutti e 23 i James Bond finora realizzati.
Agente 007 - Una cascata di diamanti (1971) Agente 007 - Una cascata di diamanti (1971) di Guy Hamilton

Quattro anni prima di interpretare l'iconico criminologo di The Rocky Horror Picture Show, Charles Gray torna in un Bond dopo essere stato l'aggancio inglese in Giappone Dikko Henderson in Si vive solo due volte. Com'è il Blofeld di Gray? Leggermente camp, dal capello argentato e con bocchino d'ordinanza per la sigaretta. E' un Blofeld attore che ama giocare con trucco (si vestirà da donna), accenti (farà molto bene quello americano grazie a un aggeggio che si è fatto incorporare in gola) e con la chirurgia plastica avendo clonato il suo corpo... e anche quello del gatto persiano. Strano che il Bond di Connery non esclami quando lo vede: "Cavolo quanto somigli a Dikko Henderson!". Questo Blofeld è inetto nelle arti marziali, ha un fare snob, tiene i piedi sulla scrivania con aria annoiata, lancia il gatto a un assistente e ama citare il Duca de la Rochefoucauld: "L'umiltà è la peggior forma di presunzione". Ha ragione Bond a umiliare un villain così classista e con la puzza sotto il naso divertendosi a far andare a sbattere la sua scialuppa ipertecnologica contro le pareti della stazione petrolifera nel Nord del Messico dove si svolge lo scontro finale. Dovete vedere Blofeld quanto si arrabbia a essere telecomandato a distanza.
Solo per i tuoi occhi (1981) Solo per i tuoi occhi (1981) di John Glen

E' il Bond con Roger Moore che si ricollega al finale di Al servizio segreto di sua maestà (1969). Dopo aver portato dei fiori sulla tomba di sua moglie Tracy, Bond viene prelevato da un elicottero al cui controllo telecomandato presto vedremo arrivare Blofeld in persona anche se inquadrato sempre di spalle e su una sedia a rotelle. Ha un evidente collarone al collo come ulteriore indizio di come questo Blofeld salti a piè pari quello non proprio memorabile e un po' troppo macchietta del Charles Gray di Una cascata di diamanti (1971) per ricollegarsi al Telly Savalas del film precedente. Dovrebbe essere proprio lui. La scena è molto divertente per due motivi: 1) quando Bond riprenderà il controllo dell'elicottero e aggancerà la carrozzina di Blofeld prima di gettarlo dentro la ciminiera di una fabbrica... sentiremo il capo della Spectre pregarlo in tutti i modi di non fargli del male arrivando a promettergli di comprargli "una delicatessen in acciaio inossidabile!" (ma perché?) 2) Il gatto persiano scapperà e lascerà Blofeld al suo destino poco prima che Bond sollevi da terra la carrozzina. E' la seconda volta che il gatto di Blofeld se la svigna quando il suo padrone è in difficoltà dopo il finale di Si vive solo due volte.
Mai dire mai (1983) Mai dire mai (1983) di Irvin Kershner

E' il Bond apocrifo non Eon con Sean Connery in un remake di Thunderball a quasi 20 anni di distanza da quel lontano 1965. Blofeld non è più il numero 1 come ai tempi Thunderball e Si vive solo due volte ma è tornato ad indossare i gradi di Supremo Comandante della Spectre il cui acronimo lui ci tiene a specificare che sta per: "SPecial Executive Counterintelligence, Terrorism, Revenge and Exortion". Com'è Blofeld? Un bonario spilungone in completo grigio con barba bianca alla Sigmund Freud e papillon blu a pois bianchi. Ha la faccia svedese di Max Von Sidow e un pesante accento europeo. Quando parla sembra molto divertito ma nonostante il look da psicanalista viennese... ha un modo di sedere a gambe larghe non proprio elegantissimo. E' però molto dolce con il gatto tanto che mentre il numero 1 Largo di Klaus Maria Brandauer sta parlando in collegamento video... lo vedremo piegarsi e dare un bacetto alla pelosissima bestiolina.