La recensione di Astolfo, in uscita nelle sale dal 20 ottobre, presentato alla Festa del Cinema di Roma

Gianni Di Gregorio ha girato un film unico. Di referenti e modelli ovviamente ne ha, come tutti, ma sono talmente triturati da un tono e un andamento personalissimo da diventare irriconoscibili e sciogliersi dentro un’atmosfera di eccezionale empatia. E tutto questo a dispetto di una trama di quelle che si possono trovare ovunque, anche nelle peggiori fiction televisive. Storia di un uomo che vive in affitto, viene sfrattato, torna al paese da dove ha origine la sua nobile famiglia decaduta e riapre un vecchio palazzo cadente di proprietà per avere almeno un tetto. Dentro trova un uomo che ci si era installato abusivamente, e lo tollera, a loro si uniscono un altro anziano del paese ex cuoco e poi un ragazzo venuto a riparare la cucina. Tutti vengono attratti nell’orbita di questa casa di uomini soli, fuori dagli schemi che si stringono e trovano calore. Poi ci saranno nuovi amori s...