La recensione di Beau ha paura il nuovo film di Ari Aster con Joaquin Phoenix in uscita il 27 aprile

Tutto in Beau ha paura si svolge su due piani. Anche la stessa storia è un viaggio del protagonista che da casa sua deve arrivare a casa della madre, in un altro stato, e passerà per famiglie che lo adottano e boschi in cui piccole comunità vivono facendo teatro, fino all’arrivo e ad una serie di diverse scoperte. Su un secondo piano di significato questo viaggio è anche un viaggio (nostro) nella testa di Beau e nelle sue mille fobie, uno che prende di volta in volta stile e toni di film diversi: incubo urbano, cinema animato in stile Gondry e melò sentimentale, fino a deflagrare definitivamente nel weird cinema in chiusura (con un mostro psicanalitico su cui ognuno può avere la propria opinione ma che è obiettivamente abbastanza grossolana come allegoria). A ogni svolta da un tipo di film all’altro Ari Aster assume uno stile di messa in scena differente e ciò che rimane invariabile è ...