C’è qualcuno in casa tua, la recensione

In un horror adolescenziale una delle prime domande da farsi non è certo come funzionerà l’intreccio, cosa accadrà o se la protagonista ce la farà o meno, semmai è che carattere hanno i compagni di classe bastardi? Chi morirà per primo? Quanto saremo autorizzati a godere delle morti altrui? Che sbilanciamento c’è tra popolari e sfigati? Che motivazioni avrà il serial killer? Da queste risposte dipende gran parte della capacità del film di colpire, il suo senso e il tipo di relazione che stabilirà con il suo pubblico primario, cioè gli adolescenti. C’è qualcuno in casa tua, con questo titolo così sfacciato che potrebbe sembrare una brutta traduzione italiana e invece è fedelissimo all’originale (e al romanzo da cui è tratto), è forse uno dei film più netti e dalla scrittura più chiara in questo senso. Nelle pieghe del solito impianto ha delle cose precise da dire.

Nel liceo di Osborne High c’è un killer, i ragazzi cominciano ad essere ...