La recensione di Chase, su Prime Video dal 10 ottobre

Quando Gone Girl di David Fincher incontra Gerard Butler col fucile, quello che ne esce è Chase di Brian Goodman. Un film action votato al brutalismo, retoricamente rozzo, che cerca di imbonirci con una pennellata sentimentale ma che in realtà riesce solo ad affermare una cosa: che per un macho come Butler salvare una donna in pericolo vuol dire prima di tutto salvare il proprio orgoglio ferito.

In Chase è infatti fincheriano solo il punto di partenza, non certo la complessità che ne consegue. Will Span (Gerard Butler) è in crisi con la moglie Lisa (Jaimie Alexander), e proprio mentre la sta accompagnando dai genitori per lasciarla al suo “periodo di riflessione” questa scompare misteriosamente in una stazione di servizio. Da questo momento Will entra in paranoia e pur chiedendo aiuto alla polizia locale comincia il suo percorso di giustizia privata contro loschi figuri con camicie di flanella e il suo senso di inferiorità rispetto...