La recensione di Due agenti molto speciali 2, in uscita su Netflix dal 6 maggio

Sono passati 9 anni dal primo Due agenti molto speciali, quando Laurent Lafitte e Omar Sy, il primo un poliziotto molto borghese di centro città e il secondo un poliziotto spiccio e popolano di periferia, dovevano collaborare per un caso importante. Adesso i due sono stati promossi, chi più e chi meno, e invece di lavorare sulle differenze tra centro e periferia, lavorano su quelle tra capitale e provincia, spediti da Parigi in un paesino marginale pieno di esponenti della destra intollerante, indagano su un omicidio e scoprono una cospirazione. Il tutto con la doverosa ironia del borghese rigido che si confronta con il popolano più spiccio e dritto al punto, ma anche con una rinnovata enfasi sull’azione in virtù della presenza di Louis Leterrier alla regia.

Netflix ha speso. Il primo film andava al cinema ed era sostanzialmente più una commedia che un poliziesco, una con la raffinata idea di giocare su mod...