La recensione di Era ora, il film di Alessandro Aronadio disponibile su Netflix dal 16 marzo

Un buon titolo alternativo per Era ora poteva essere L’uomo che saltava nel tempo, se non fosse che il protagonista di questa storia non salta volontariamente di un anno in avanti ogni manciata di ore nel giorno del suo compleanno finendo nello stesso giorno dell’anno successivo. È intrappolato suo malgrado in questa condanna, in una maniera non diversa da quella in cui Bill Murray era costretto a rivivere sempre la medesima giornata. Non sa perché, non sa come uscirne, non sa cosa farci. Noi invece lo sappiamo come funzionano queste cose: la maledizione continuerà fino a che il protagonista non maturerà una consapevolezza. Nel caso specifico si tratta di una consapevolezza da cinema americano post reaganiano degli anni ‘90: non vale la pena di lavorare tanto, bisogna vivere il presente, stare con i propri cari, coltivare gli affetti e non farsi prendere dalle frenesie del capitale.

L’idea ...