Non può esistere un giudizio unico su un insieme di cortometraggi, si può al massimo dire (a posteriori) se valesse la pena o no mettere insieme un’operazione simile, poi ogni altra considerazione necessariamente varia da corto a corto. Ecco Homemade, una volta finito, sembra subito un’operazione persa in partenza. Andare a chiedere a personalità importanti del mondo del cinema, in certi casi potenti, di realizzare un cortometraggio sul proprio lockdown vuol dire non avere controllo produttivo, e sottomettersi a quel che loro vorranno fare e produrre, riceverlo e accettarlo a prescindere. Il risultato è che su 17 cortometraggi almeno 13 raccontano la stessa identica (e non interessante) cosa: la quotidianità della loro famiglia.
Homemade è una spremuta di idee che non sono tali e storie per nulla interessanti, in cui nomi altisonanti o provano ad alzare l’asticella con risultati di una noia che impressiona per lo scarso minutaggio (tra i 7 e i 10 minuti a testa) come per esempio avvien...
17 registi filmano il proprio lockdown ma Homemade è più che altro il risultato della loro vanità e pigrizia
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