House of Gucci, la recensione

Se esistesse una scala di rilevazione per misurare quanto una storia vera sia stata romanzata, House Of Gucci potrebbe anche rompere il misuratore. È stato scritto (anche molto bene a tratti) esattamente per questo.

L’idea per raccontare le vicende della famiglia Gucci dal momento in cui è entrata a farne parte Patrizia Reggiani è di spingere sul grottesco come molti film su fatti e personaggi reali hanno fatto in questi anni, specialmente quando si parla di affari e capitalismo (a partire da The Wolf Of Wall Street). Ed è un’idea vincente. La cornice grottesca del film appare subito come una delle maniere migliori per ritrarre eventi paradossali già di loro e per inventare, creare, modificare, piegare e ridicolizzare il mondo degli intrighi familiari in un’epoca in cui la nobiltà capitalista è sotto attacco da altre forze.

Lungo tutto il film Ridley Scott ritrae i Gucci sempre di più con i tratti che hanno le famiglie mafiose al cinema, cioè unendo il bas...