La recensione di Imaginary, il film dell’orrore di Jeff Wadlow in sala dal 14 marzo
La casa all’interno della quale vivere la maledizione in pieno (in famiglia!) c’è, è quella all’interno della quale non solo risiede il malvagio, ma in cui ci sono anche i segreti per respingerlo, come nella tradizione degli horror Blumhouse. C’è anche l’oggetto malefico, quello che convoglia tutto il male e che deve mettere paura per antitesi, sembrando cioè innocente. E c’è la situazione che causa stress nella vita della protagonista, il problema che crea delle tensioni tra personaggi: cioè il fatto che lei è entrata in una famiglia che già esiste, seconda moglie di un uomo che aveva già due figlie, una delle quali di 15 anni che non l’ha mai accettata. Siamo insomma nel formulaico più puro, il tipo di cinema che applica una struttura molto rigida e cerca la propria personalità (quando la cerca) nelle pieghe e nelle variazioni dal solito.
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