La struttura di Kreuzweg è matematica, dopo un prologo il film si suddivide in piccoli quadri corrispondenti alle varie stazioni della via crucis. Ogni quadro è costituito quasi da un’inquadratura unica in cui tutto avviene. Ogni volta quindi assistiamo ad una scena in tempo reale, cioè nella quale la durata della scena corrisponde al tempo in cui la vediamo noi. Saltando qualche giorno ad ogni quadro assistiamo ad alcuni minuti nella vita della protagonista, la cui storia si fa sempre più appassionante.

Deviata da un’educazione bigotta cattolica la bambina al centro della storia desidera essere rigorosa, ha interiorizzato i precetti e li vuole eseguire alla lettera per aiutare il fratello malato. Tutta la forza di Kreuzweg sta nella maniera minimale, controllata e molto precisa con la quale la situazione sfugge sempre più di mano.

Se vi siete mai chiesti a cosa serva e che radici o motivazioni abbia lo stile rarefatto e lento del cinema più autoriale Kreuzweg è la risposta...