La recensione di La meravigliosa storia di Henry Sugar, il corto di Wes Anderson realizzato per Netflix
A partire da Grand Budapest Hotel (e con crescente entusiasmo!) Wes Anderson ha cominciato a inserire storie dentro le sue storie, esplicitando sempre il narratore. Ci sono cioè sempre più personaggi che raccontano storie o leggono storie che iniziano e finiscono all’interno di un’altra più grande. Tutto Grand Budapest Hotel infatti è contenuto in una narrazione che a sua volta è una narrazione e cose simili accadono anche nei film successivi (The French Dispatch è una serie di racconti all’interno di quello della fine di una redazione, Asteroid City lo fa di continuo). E nel fare questo i suoi film diventano progressivamente dei dispositivi per mettere in scena le tante maniere diverse in cui si fanno i racconti, cioè rappresentano proprio i mezzi della narrazione. Li filma in un tentativo di documentare l’arte audiovisiva analogica del ‘900. La meravigliosa storia di Henry Sugar <...
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