Chi, tra La pittrice e il ladro e la macchina da presa che li filma, è veramente quello che ruba all’altro? Cosa comporta mettersi a nudo davanti allo sguardo altrui? Queste sono le domande che danno linfa al documentario diretto da Benjamin Ree, presentato al Sundance 2020, facendo dell’ambiguità il suo punto di forza. Nella Galleria Nobel di Oslo vengono rubati due quadri dell’artista ceca Barbora Kysilkova; uno dei due ladri, arrestato e processato, è Karl-Bertil Nordland: durante il processo, la donna avvicina l’uomo e gli chiede di poterlo incontrare. Il film racconta la nascita e lo sviluppo dell’amicizia che si instaura tra di loro, in sedute di pittura e lunghe chiacchierate.

Nel loro rapporto, è da subito evidente come sia Barbora in una posizione dominatrice: cominciando a utilizzare Karl come modello per nuove opere, la sua intenzione è carpirgli l’interiorità, scavare sotto la superficie della sua pelle. Parlando con lui, cerca di capire le sue motiv...