La sua storia L’ultimo paradiso non vuole trovarla tanto nei dialoghi quanto nella recitazione, nella fotografia e nella capacità di generare momenti sospesi tra il duro realismo e un reame più aleatorio e trascendente, reso possibile dall’ambientazione campagnola e dagli eventi. Una volta tanto c’è uno spoiler da non fare in un film italiano ma quel che si può dire è che gli eventi molto canonici di questa storia d’amore contrastata nell’Italia meridionale degli anni ‘50 (fatta dei suoi archetipi: padri maneschi e padroni, donne ingabbiate per le quali l’amore è una forma di ribellione, gioghi ingiusti sulla vita economica dei contadini…) vengono ad un certo punto ribaltati da un evento inatteso che porta dentro un nuovo personaggio ancor più difficile da prevedere. Da lì in poi il film gioca proprio un’altra partita, fatta molto meno di intrecci sentimenti e criminali e molto più di rarefazione e allusione, come se la prima parte gettasse i presupposti e la seconda ne traesse dei sim...