Recensione di Marry Me, al cinema dal 10 febbraio

È una specie di Notting Hill che inizia dalla fine il film con cui Jennifer Lopez torna ad un suo classico, la commedia romantica. Se Notting Hill si chiudeva (spoiler!!) con la famosa attrice e l’anonimo libraio sposati, Marry Me ha nel suo spunto che una famosa cantante e un anonimo professore di matematica (comunque una figura dal profilo intellettuale), dotato di amica comica (il ruolo che in Notting Hill era di Rhys Ifans qui tocca a Sarah Silverman), si sposino all’improvviso, su un palco, e poi debbano convivere con la cosa, facendo funzionare la grande esposizione di lei con la riservatezza da uomo comune di lui.

Qui già sta uno degli elementi di debolezza del film, perché la cantante doveva sposarsi con un suo pari (sempre sul palco) ma prima di salire scopre un tradimento e distrutta agisce d’istinto, tira su qualcuno del pubblico e avviene il matrimonio, tuttavia se sono chiare le ragioni istintive di lei, non sono chiare qu...