La recensione di Mia, il film di Ivano De Matteo nelle sale dal 5 aprile

Un film che parla di revenge porn, abusi psicologici e di una ragazza manipolata da un uomo più grande che la ritiene di sua proprietà tutto raccontato per mostrare quanto queste situazioni distruggano un altro uomo? Sul serio una storia di questo tipo è messa in scena puntando tutto sulla creazione del dolore nello spettatore? Un torture porn delle lacrime in cui si abusa di espedienti che non servono al senso del film ma servono solo alla generazione di lacrime, scritto e girato con il mantello del cinema impegnato? I film di Ivano De Matteo sono sempre stati gonfi di questa idea di essere sostenuti da una missione e portatori di storie cariche di gravi fenomeni sociali da raccontare, scritti per veicolare tesi ben determinate che condizionano la scrittura invece che emergere da essa, ma qui è veramente troppo.

Mia fissa un nuovo precedente. Almeno per il cinema contemporaneo. È la storia di una ragazza di 16 a...