Cinema nuovo dal punto di vista produttivo e tradizionale dal punto di vista sostanziale. Un film indie con potenzialità Oscar con solo attori coreani e in gran parte sottotitolato è un figlio, più che di Parasite, di Narcos, cioè di una diversa disposizione del pubblico nei confronti delle storie non americane, ed è effettivamente qualcosa che solo pochi anni fa sarebbe stato impossibile da produrre. Invece questo piccolo coming of age dell’America autentica, che si muove con stampo naturalistico ma non rinuncia al bozzettismo nei personaggi è puro stile Sundance, è realizzato leggendo la bibbia del cinema indipendente americano con qualche ambizione, solo sostituendogli la copertina con quella del manuale del miglior cinema giapponese.

Minari fa bella mostra di quel senso per la luce naturale e il contatto con l’ambiente, il passare delle stagioni e il peso nella messa in scena dei suoi suoni e odori, che ci viene dal cinema giapponese ma è solo un’impressione. I rapporti di fo...