La nostra recensione di Il morso del coniglio, disponibile su Netflix dal 28 giugno

Che il “coniglio” del titolo sia una simbolo lo chiariscono le primissime scene, in cui una madre chiama “bunny” la sua figlia di sette anni. Un vero e proprio coniglio non tarderà poi molto a intrufolarsi nella loro casa, rivelandosi presenza inquietante e miccia della rottura del fragile equilibrio tra le due. Se per tutta la durata del film il suo ruolo concreto rimarrà ambiguo, molto meno lo sarà cosa rappresenta. Sunto perfetto di tutto l’esordio alla regia di Daina Reid.

Il morso del coniglio ha come protagonista Sarah, una dottoressa che segue le donne incinte e vive con la piccola figlia Mia. Il marito ha una nuova compagna, il padre è morto di recente, la madre è ricoverata in un ospedale psichiatrico. La donna cerca i tutti i modi di lasciarsi alle spalle il suo oscuro passato, che però torna a galla quando la bambina comincia a sostenere di essere un’altr...