Mute
di Duncan Jones
23 febbraio 2018
Su quello che sembra essere il set utilizzato da Denis Villeneuve per Blade Runner 2049, Duncan Jones ha girato Mute. Design del futuro, scelta di colori e luci (quei i toni tra il viola e il blu che dominano molti film recenti) ma anche il mood sono i medesimi, anche se dal look di uno primi personaggi che compaiono in scena, quello di Seyneb Saleh, sembra di capire che l’ispirazione di Duncan Jones siano stati più che altro i fumetti di Enki Bilal (a loro volta un’ispirazione per l’originale Blade Runner, chiudendo un grande cerchio).
E proprio come nei fumetti di Bilal (e i film di Villeneuve e Ridley Scott) anche Mute all’inizio fa un ottimo lavoro nel convincerci che il mondo che sta raccontando è dominato da una forma di romanticismo noir destinato all’infelicità dalla società infame in cui è nato. È lo stesso mondo di Moon, come si vede più di una volta nei notiziari che trattano la storia del clone tornato dalla Luna interpretato da Sam Rockwell.
I problemi del film iniziano qu...
Troppo lungo per la quantità di intreccio che intende svolgere, Mute ha ottimi spunti ma non una scrittura che riesca a valorizzarli e in poco si perde
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