Pochissimi oggi sono capaci di incutere terrore al cinema come James Wan. Il creatore di Saw (ha diretto il primo film) ha navigato in film meno riusciti fino a due anni fa quando è arrivato il primo Insidious, poi ha centrato il colpo con l'ancor più riuscito L'evocazione e ora torna a quella storia per un secondo film. Tutti questi tre lungometraggi hanno in comune il passaggio dal mondo dei morti a quello dei vivi, le presenze in casa e l'arrivo di specialisti per combatterle, ovvero il nucleo del classico Poltergeist. Non solo, James Wan è anche attaccato ad un armamentario della paura da anni '20, fatto di catene, lenzuoli, porte che scricchiolano e nebbia a livello delle caviglie, il fatto che riesca ad usarlo per generare autentico smarrimento nello spettatore è dunque ancor più degno di stima e ancor più indicatore della sua capacità di lavorare con le immagini.
La pecca di questo regista è però di...
Il re della paura contemporanea torna a brevissima distanza da L'evocazione con il seguito diretto di Insidious. Purtroppo la narrazione, al netto del reale terrore, è più ridicola che mai...
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