Sebbene quasi tutti apprezzino "l'artigianalità" del cinema della Aardman, il fatto di poter intravedere il tocco umano sulla plastilina (che poi non è plastilina ma latex, molto meno poetico e più fetish) nei suoi cartoni in stop motion, il segreto di quelle produzioni è invece nella realtà che propone e nella visione demenziale e sovversiva delle sue storie.

L'animazione è un luogo affollato negli ultimi anni, popolato dalle vette inarrivabili Pixar, dai prodotti medi della DreamWorks o degli altri studi statunitensi, dalle follie giapponesi e dalla produzione indipendente e semisconosciuta (se non dagli appassionati) che viene dal Canada. In questo mondo la Aardman porta un'incoscienza che ha del sorprendete a simili livelli di budget e ambizione.

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