Se la prima parte, quella della rivalità, della caccia all'uomo e della rinascita di Valjeant (che implica poi il dover continuamente fare i conti con l'uomo che si è stati) funziona molto, cioè trova nella dimensione filmica (e musicale) di Hooper un senso e un ritmo ammalianti, la seconda è molto meno godibile.
E' infatti nello scontro di individualità, nel proporre due uomini come personificazioni di opposti valori (perdono, pentimento e purificazione cristiana contro la diabolica persecuzione di chi non riconosce il pentimento) che il film si trova a suo agio, dinamica semplice nella struttura ma capace di offrire molteplici spunti di complessità.
[Ecco la recensione cinema del film…]
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